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La felicità è il viaggio

4 pareri

Qualcosa su bluebottazzi


Città
Parma
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Eyes Wide Shut
Libro Preferito
Morte a Venezia

Ultimi pareri di bluebottazzi


  • Mistrello
      01-10-2006

    Il locale è proprio brutto: è la sala ristorante di un moderno alberghetto kitsch. È il pranzo di domenica, è tutto esaurito e nella sala regna il caos. Vano ogni tentativo di strappare un sorriso all'indaffarata proprietaria e il servizio è sgradevole: tre giovani ragazze confuse che corrono di tavolo in tavolo a cercare i proprietari dei piatti che hanno in mano. Di un consiglio sul vino non se ne parla nemmeno, in compenso si può rimanere a lungo senza pane e senza acqua... Ma il pranzo? Crostini caldi e insalata di funghi freschi; buoni. Delicati e senza aglio, solo funghi freschissimi e parmigiano. Tagliolini ai funghi: buoni, ma prescindibili. Lasagne ai funghi: ottime, una specialità di Borgo Taro. Porcini impanati: semplicemente perfetti. Croccante l'impanatura, senza tracce di unto, carnosi e saporiti i porcini, abbondanti le prozioni... mai assaggiato migliori porcini fritti. Il conto è sorprendente: 20 euro a testa. Vale un viaggio? Probabilmente se fate tanti chilometri desiderate un locale più charmant, ma se vi trovate per Borgo Travo all'ora di pranzo, perché no?

  • Le Due Spade
      18-11-2006

    Una recente scampagnata in moto attraverso quattro valli mi ha riportato in Val di Taro (le altre erano Val Trebbia, Nure ed Arda). All’ora di pranzo ero a Bardi, stregato dall’imponenza “cinematografica” della medioevale fortezza. Ne ho approfittato per un pranzo in una delle più suggestive trattorie dove mi sia capitato di sostare. Le Due Spade è una trattoria decisamente accogliente ed ospitale: profumo di tartufi, tovaglie a scacchi bianco rossi, ambiente caldo di una volta, ostessa simpatica e sorridente. Cucina che ho definito di “confine” (fra le provincie di Parma e quella di Piacenza) fino a che non ho scoperto che il cuoco è proprio piacentino. Salumi buoni (poteva essere diversamente?) ma non stagionati, tagliatelle al tartufo deliziose, persino pisarei e fasò, e secondi che comprendono cinghiale e polenta come la piacentinissima piccola di cavallo. Vini adeguati, prezzi da trattoria. Nessuno difetto a rompere l’incanto. Compresa la Fortezza, una tappa che vale il viaggio. www.bluebottazzi.com

  • Trattoria del Teatro
      22-05-2007

    Ho un debole per la cucina di Parma, una cucina ricca di sapori e di colori. Ancora più che la cucina creativa di Parma apprezzo i sapori del territorio, dal culatello ai tortelli, alle carni, che si trovano nelle trattorie dai nomi mitici che si spandono dalla pianura del Po fino al passo della Cisa. In quest’ottica la Trattoria del Teatro, nel bel paese di Fontanellato, è sempre stata una meta graditissima, soprattutto per il pranzo della domenica in quei giorni di nebbia dove un piatto di anolini in brodo ti riscalda l’anima. Al Teatro mi sono sempre trovato bene ed ho sempre mangiato bene ed in abbondanza. Ma l’eccezione può capitare com’è stato l’altra sera quando mi sono presentato con amici a cui volevo far conoscere questo ristorante. A rompere l’incanto è bastata una giovane cameriera forse un po’ stanca di servire ai tavoli, troppo veloce e di malavoglia nel recitare il menu, quasi dispiaciuta di portare la carta dei vini, troppo lenta nel rimpiazzare le bottiglie d’acqua (e quanto è fastidioso tenersi la sete al tavolo di un ristorante). E poi due portate di culatello davvero un po’ misere calcolate la bellezza di 96 euro, che per quanto conosca il valore commerciale del re dei prosciutti mi è sembrato tanto ed ha fatto lievitare il prezzo di un menu di sei primi piatti e tre secondi ad oltre 40 euro a persona, un po’ troppo per la Trattoria del Teatro. A parte questo i tortelli di zucca erano buoni come sempre, quelli di erbetta anche, mentre quelli di oca per me che sono piacentino paiono anolini senza brodo. Buona anche la punta di vitello, come tutta la carne che offre la cucina.

  • Vernizzi
      18-02-2007

    La Trattoria Vernizzi è uno di questi locali di leggenda, una trattoria dalle apparenze modeste ma, in quanto a cucina del territorio, senza rivali. L’abbiamo provata in un giorno difficile, in una domenica del celebre carnevale, quando ogni tavolo è occupato ed il personale e le cucine sono indaffarati oltre ogni dire. Ci siamo presentati in quattro adulti e due bambine e abbiamo trovato un angolo comodo e suggestivo, molta gentilezza, cortesia e simpatia. Come antipasti i classici salumi; da piacentini avremmo potuto limitarci a culatello (ottimo) e spalla cotta. Due i primi: tortelli di erbette e cappelletti (che poi sarebbero anolini asciutti) al sugo di noci. Entrambi straordinari. Di secondo un classico misto di arrosti, semplicemente al suo meglio. Crostata e caffè, per un pranzo da ricordare. Spesa: bassa. La Trattoria Vernizzi è stata all’altezza della sua fama