Mi sono recato al Burgazzi per Pasquetta. In un luogo che farebbe tranquillamente da teatro a un romanzo di ambientazione medievale o fantasy, nel verde della collina piacentina più caratteristica, sorge un gruppetto di fabbricati antichi come le terre che li circondano, dove poter gustare una cucina dagli ingredienti biologici autoprodotti e in massima parte del luogo. Non voglio disquisire su biologico e biodinamico, perché questo non è il posto adatto per trattazioni così complesse, ma di sicuro, devo ammettere, la genuinità dei prodotti locali c'è. La cucina è gradevole, non indimenticabile in termini assoluti, anche se dopo i veramente abbondanti antipasti di crostini di buon pane casereccio e salumi, paté di fegatelli, sott'olii vari, verdure di ogni sorta, primi di pasta fresca con sughi casalini, ciò che mi ha folgorato è stato un agnello alla brace di legna insaporito con foglie di mirto selvatico. Un capolavoro di morbidezza, gusto, cottura perfetta. Il locale era un po' sottosopra per i recenti lavori di ristrutturazione, soprattutto nell'area cortiva, e nei bagni (campagnoli in ogni senso, ma ancora usabili...), ma la piacevolezza dei dintorni, il verde e i fiori, sono stati una cornice davvero gradevole. Sulla pulizia generale, bisogna cercare di sorvolare allegramente se si è un po' suscettibili; gli interni sono nuovi di restauro... Il servizio è da locanda di una volta, un po' rustico ma efficiente e simpaticamente cordiale. Il prezzo, anche per la festa, non eccessivo (ad aumentarlo sicuramente il vino locale - appena appena passabile - bevuto comunque in quantità industriali dalla numerosa comitiva che mi accompagnava). Non si contano i liquori disponibili ed impagabile l'aria buona che si respira per qualche ora. Prenotazione non propriamente obbligatoria, ma meglio farla con un minimo di anticipo. Per arrivarci sono vivamente sconsigliate auto ribassate o poco agili, perché situato in una zona un po' impervia e il parcheggio non è abbondante. Merita una o più visite.